ITALIA, PAESE OSPITALE ?


La Città Di Castellina in Chianti è un modello internazionale di Ospitalità

 

 

Il 18 novembre, Castellina accoglie stranieri provenienti da diversi paesi come la Tunisia, il Marocco e l’Albania.

È un modello di integrazione nel tessuto sociale dell’immigrazione e dei rifugiati.

Queste popolazioni beneficiano degli stessi vantaggi dei cittadini italiani : una posizione sociale con un lavoro e l’accoglienza dei bambini piu piccoli nelle scuole.

Una altro famoso modello :  Acquaformosa e i suoi 400 anni di integrazione della popolazione albanese.

Il cartello all’ingresso della città parla da solo :  « Nessuno è straniero », con un’accoglienza di 100 rifugiati (nigeriani, siriani, somali e maliani).

Un aiuto prezioso per la comunità locale. Le forze giovani e attive hanno portato vitalità e rinascita alla comunità.

SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) ha permesso la riapertura delle scuole e l’affitto di case vuote.

 

A Castellina in Chianti un caso di integrazione che è finito anche sul New York Times. 

 

L’immigrazione ha rimodellato il paese : il 20% degli abitanti è rappresentato dagli stranieri ed il 50% dei loro bambini frequentano le scuole. Sono tante le aziende di questo borgo toscano della provincia di Siena che offrono lavoro.

Un successo in termini di integrazione e di socializzazione.

Per quanto riguarda il cibo ad esempio, hanno fatto conoscere la loro gastronomia : il cuscus, le torte salate e le erbe aromatiche….

L’immigrazione è una vera risorsa per l’italia

 

Un buon esempio di accoglienza è rappresentato dalla famiglia di Giacomo che ha accolto Dramane, un giovane africano che ha dovuto lasciare il suo paese per mancanza di sicurezza.

Aiutato dalla famiglia che lo ospita, e considerato come un membro della famiglia, Dramane si trova nella giusta condizione di imparare la lingua e la cultura italiana per meglio integrarsi in Italia.

Vivere insieme è il motto che unisce culture diverse, come ci dimostra questa storia.

Tuttavia, potremmo essere testimoni del fenomeno opposto : Pateh Sabally, un rifugiato del Gambia nel 2015. Una domenica a Venezia nelle acque del Canal Grande, una tragedia : davanti a 100 persone si è lasciato morire. Morire in questo canale di fama mondiale è stato simbolico.  

Questo evento ha fatto il giro del web con i video che mostrano i suoi ultimi momenti di vita. Gli insulti si mescolano alle tante voci di solidarietà che cercano aiuto per salvare il rifugiato

 

C’è l’intero spettro delle reazioni della nostra società di fronte alla disperazione di chi viene da un altro mondo: dallo scherno alla pietà, all’incomprensione e alla compassione. Inoltre migliaia di giovani, gli immigrati di seconda generazione, hanno deciso di unirsi da Torino a Palermo con un hashtag simbolico e un sogno: far approvare la legge sullo Ius Soli cioè il diritto di cittadinanza. In Italia, vige il diritto del sangue (ius sanguinis), dunque un problema per ottenere la cittadinanza italiana per gli immigrati, in quanto un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano.

 Kwanza, un’immigrata italiana, ne è un esempio. L’accesso all’istruzione superiore è libero ma i progetti legati-scambi internazionali sono limitati agli italiani.

Una pagina di Facebook è stata anche creata per sensibilizzare la popolazione al fine di ottenere più rapidamente la nazionalità. In Italia, bisogna avere 18 anni per fare domanda.

 

Inoltre Kwanza e i suoi amici amano cantare una canzone con il messagio

« Essere liberi e avere gli stessi diritti degli italiani», dimostrano di conoscere la cultura popolare italiana, mostrano la loro voglia di essere integrati e di essere veramente italiani.

Di tutte le città, Castellina è il paese che ha maggiormente aperto le sue porte e dato il benvenuto, accogliendo e ospitando le persone nel bisogno.

Di consequenza il paese persegue con orgoglio la sua lunga tradizione di accoglienza e protezione, dimostrando che tutti gli immigrati sono i benvenuti.

Purtroppo, non è così per l’intero paese in quanto la società non è ancora aperta alla diversità.

 

 " Includere una persona in una società significa essere consapevoli dell’esistenza della diversità."

Da C. Terminale LVB

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